Una volta affrontate le premesse su tabù e definizione del termine sessualità approfondito il perchè sia importante e da che età parlarne, capito da quali argomenti è bene iniziare e appronfondito abusi, sesso e masturbazione, possiamo passare ad alcune domande e situazioni molto specifiche e più comuni di quanto si possa pensare.
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Se si viene interrotti durante
Situazione chiaramente non ideale e decisamente difficile da gestire soprattutto se non ci si è mai fermati a pensare al cosa faremmo se succedesse.
Questo soprattutto per evitare di reagire in maniera eccessiva sul momento.
In più cerchiamo anche di non cedere alla tentazione del “evitiamo di parlarne e facciamo finta di niente”. Questo perché non possiamo sapere cosa, quanto hanno visto i bambini e come l’hanno percepito. Potrebbero essere confusi, spaventati o imbarazzati.
È quindi importante, sul momento, interrompersi e cercare di mantenere la calma. La prima domanda potrebbe quindi essere rivolta a capire che cosa effettivamente han visto (“non ci aspettavamo entrassi in camera. Che cosa hai visto?”).
Ovviamente tenere un tono pacato e rimanere sereni è fondamentale per fare in modo che i bambini riescano ad esprimersi e a rispondere in maniera sincera alle nostre domande.
Queste non sono le situazioni ideali per iniziare una conversazione approfondita o una spiegazione, perché il nostro scopo dovrebbe essere quello di rassicurare i bambini e far passare due messaggi fondamentali:
– toccarsi è un altro modo di esprimere affetto (è possibile che invece i bambini interpretino quello che vedono come adulti arrabbiati o addirittura adulti che si stanno facendo del male a vicenda).
– a volte stare nudi uno accanto all’altro è piacevole, ma è un comportamento solo da adulti che si amano.
– Bonus: possiamo esplicitare poi le regole sulla privacy (che dovrebbe già essere conosciuta e non riservata a queste situazioni) che vigono in casa (“non siamo arrabbiati, ma a volte gli adulti hanno bisogno di stare da soli. Quindi quando la porta è chiusa vorrei che bussassi e aspettassi la mia risposta, prima di entrare”, per esempio).
Questi concetti sono fondamentali e dovrebbero essere esplicitati anche con bambini che non hanno proprietà di linguaggio o non sono ancora in grado di parlare.
Perché non sappiamo quanto effettivamente registrino razionalmente, verranno comunque rassicurati dal tono di voce che utilizziamo e noi cominceremo ad abituarci a parlare e verbalizzare emozioni e stati d’animo anche legati alla sfera sessuale.
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Se non ne abbiamo mai parlato
A volte ci si trova nella situazione in cui i bambini già sono più grandi e l’argomento non è mai stato affrontato o abbiamo sviato le loro domande in precedenza e semplicemente hanno smesso di chiedere. Ovviamente nessuno nasce imparato (soprattutto per fare il genitore) e quindi reperire queste informazioni più avanti nel percorso di crescita dei bambini può generare un senso di inadeguatezza.
Fermiamoci un attimo e respiriamo.
Non è crollato il mondo.
Possiamo iniziare pian piano ad essere noi a ritirare fuori l’argomento, utilizzando sempre gli spunti che ci sono intorno a noi. E magari, a seconda dell’età e delle competenze dei bambini, spiegarli anche come ci siamo sentiti e perché abbiamo procrastinato o evitato di parlarne.
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… e i bambini ormai sono grandi
Più i bambini sono cresciuti più la cosa diventa complessa, perché soprattutto nella fase di preadolescenza e adolescenza è possibile che anche loro si sentano ormai in imbarazzo a parlare di determinate cose con noi.
In questo caso, a seconda del carattere o del rapporto che si ha si possono utilizzare metodologie più passive e meno frontali.
Una modalità di confronto comunque verbale potrebbe essere quella di affrontare l’argomento in macchina. Questo perché è uno di quei contesti in cui si può tranquillamente evitare il contatto visivo. E questo facilita il confronto anche su argomenti spinosi.
Si può ulteriormente facilitare la cosa anticipando il fatto che si vuole parlare di una questione specifica e lasciando spazio ai ragazzi di decidere la tempistica (“Vorrei parlarti di una cosa che reputo importante. Pensavo di farlo in macchina, preferisci che ne parliamo all’andata o al ritorno?”)
È comunque possibile che dall’altro lato non ci sia volontà di comunicazione e che non arrivino domande o risposte. Manteniamoci sereni ed esplicitiamo che è normale potersi sentire in imbarazzo e che in caso di necessità siamo comunque a disposizione.
Possiamo poi provare con approcci più morbidi e che lasciano comunque molto margine di manovra ai ragazzi di gestire le modalità e le tempistiche con cui affrontare le informazioni.
Da un lato possiamo istituire un piccolo spazio in casa con dei post-it esplicitando che se si hanno domande o dubbi che non si riescono ad esprimere verbalmente, si possono scrivere e appiccicare lì. Un po’ come una corrispondenza o una conversazione in differita.
Oppure mettere a disposizione (o far casualmente trovare) del materiale e dei libri che riteniamo appropriati. In questo caso può essere molto d’aiuto e appropriato il libro Senza tabù di Violeta Benini (ostetrica) scritto proprio per adolescenti e in cui vengono trattati argomenti legati alla sessualità (dal corpo, al genere al piacere e al consenso).
In questi casi è sempre opportuno leggere prima il materiale (anche solo per avere una base di partenza comune nel caso in cui i ragazzi arrivino con domande specifiche legate ai testi).
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Pornografia
Così come la masturbazione, la pornografia non è un male di per sé.
Dobbiamo però tenere ben presente che i ragazzi spesso si approcciano a questo tipo di contenuti senza aver avuto esperienze dirette pregresse. E questo implica che, se non c’è stato un dialogo o se non sentono di avere la possibilità di fare domande o avere un confronto con un adulto, potrebbero pensare che quella sia la modalità “normale” e corretta di approcciarsi ai rapporti intimi.
Nella maggioranza dei casi, invece, i porno sono strutturati per adeguarsi ad una specifica tipologia di fantasia sessuale (maschio dominante, con organi genitali di dimensioni notevoli e una durata media del rapporto decisamente prolungata).
Questo potrebbe non solo generare un forte senso di inadeguatezza nei ragazzi per dimensioni e durata, ma anche creare delle false aspettative sulle modalità di approccio e su cosa si aspettano che succeda nel momento in cui cominciano ad avere esperienze dirette.
Gli argomenti principali sono stati più o meno affrontati in maniera spero chiara ed esplicativa.
Non escludo in futuro di andare ad integrare se dovessero arrivare domande specifiche su uno o più topic non ancora toccati, nel frattempo c’è anche il video di recap con tutte tutte le info, qui.
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