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Bambini e sessualità – abusi, sesso e masturbazione

Una volta affrontate le premesse su tabù e definizione del termine sessualità e approfondito il perchè sia importante e da che età parlarne, e capito da quali argomenti è bene iniziare, andiamo ad appronfondire abusi, sesso e masturbazione.

  • Abusi

È difficile inserire una sezione sugli abusi in un articolo che vorrebbe avere come focus un approccio alla sessualità più consapevole. È difficile perché significa aumentare le probabilità che chi legge si senta sconfortato o cerchi di evitare di pensarci.
Ma è difficile scriverlo anche per lo stesso motivo per cui immagino sia difficile leggerlo: è un argomento sgradevole, che tratta di dolori, situazioni e traumi che vorremmo evitare succedano alle persone a cui teniamo di più al mondo e che sono più vulnerabili in assoluto.

 

È stato difficile leggere quei capitoli specifici in uno dei libri che ho utilizzato per scrivere l’articolo (From diapers to dating. A parent’s guide to raising sexually healthy children di Debra W. Haffner). Ma una volta finita la lettura mi sono resa conto che avevo più competenze e una consapevolezza maggiore, quindi forse lo sforzo è necessario e in fondo positivo. Anche perché non pensarci o non parlarne, purtroppo, non risolve il problema.

 

Il primo shock è stato leggere che i programmi di prevenzione spesso non funzionano perché si basano sul fatto che i bambini non conoscano queste persone (“non parlare con gli sconosciuti” cit.) o sul fatto che i bambini siano in grado, se educati, di proteggersi da questi comportamenti.

Ed effettivamente, pensandoci, suona davvero improbabile che un bambino sia in grado di opporsi, non solo a livello fisico, ma anche a livello psicologico ad un adulto.

 

In questo senso ci sono alcuni concetti chiave da spiegare ai bambini e che possono essere recepiti anche durante la fascia dell’infanzia.

  • “Il tuo corpo è tuo.”
  • “Ci sono alcune situazioni in cui gli adulti possono guardare e toccare il tuo corpo” (un genitore che gli fa il bagno o un dottore che lo visita). Citare situazioni specifiche e rilevanti per il bambino stesso (va bene che la babysitter ti aiuti a pulirti dopo che sei andato in bagno).
  • “Vieni da me se qualcuno ti fa sentire a disagio o male.”
  • “Puoi dire di non toccarti, se non vuoi essere toccato”.
    E questa vale anche per i baci, pizzicotti sulle guance, abbracci e vari contatti fisici eventuali (e totalmente innocenti) con parenti e amici.
    Sottovalutiamo spesso quanto questo tipo di approcci siano invadenti dello spazio e della libertà personale degli altri nell’ottica dell’” è educazione”. Dovremmo cercare di capire se è più rilevante che i bambini si sentano rispettati o che gli adulti non si sentano delusi.
  • “Se qualcuno ti tocca e ti dice di non dirlo a nessuno, dimmelo comunque”.

L’idea di fondo è “non instillare panico o ansia” ai bambini per situazioni che potrebbero non capitare mai. Ma allo stesso tempo dare loro gli strumenti per capire che se succede qualcosa di strano e che li fa sentire a disagio non è colpa loro e possono parlarne.
Questo perché spessissimo i bambini stessi si sentono in colpa e non ne parlano con gli adulti di riferimento per paura.

In questo senso avere dei riferimenti di quali siano comportamenti normali e adeguati può essere d’aiuto per capire se qualcosa non va. Di base è del tutto normale per i bambini esplorare ed essere curiosi sull’anatomia del proprio corpo e di quello degli altri. Il classico “giochiamo al dottore” o le interazioni fatte in momenti di non supervisione non sono da eliminare di per sé, semplicemente è bene avere in mente quelli che sono situazioni e contesti innocui e quali potrebbero non esserlo.

  • Età: di solito questo tipo di interazioni si hanno con bambini coetanei.
    Più di tre anni di differenza potrebbe essere problematico.
  • Atteggiamento: in questi casi i bambini sembrano divertiti (con le classiche risatine che per noi adulti sono spesso senza senso), curiosi o felici.
    Dall’altro lato, potrebbe essere indice di un problema se i bambini mostrano aggressività, paura o rabbia.
  • Attività: spogliarsi, giocare al dottore o al “ti faccio vedere il mio se tu mi fai vedere il tuo”. Questo tipo di interazioni sono totalmente normali e per i bambini non hanno un’accezione sessuale, semplicemente rispondono alla loro naturale curiosità. In questo senso anche tra fratelli si può mantenere il rituale del bagno condiviso e spesso sono i bambini stessi che intorno ai 6 anni desiderano interrompere per avere più privacy.
    Qualunque tipo di interazione che mimichi un atto sessuale (orale o con penetrazione) sarebbe da indagare per capire da dove i bambini abbiano avuto questo tipo di input. Potrebbe essere un indicatore del fatto che hanno visto semplicemente dei video non appropriati (o siano incappati nei genitori per esempio), ma saperlo aiuta a calibrare adeguatamente la reazione e il tipo di spiegazione da dare.
  • Dopo averne parlato: nel caso di comportamenti fuori luogo o che ci mettono particolarmente a disagio (e questo può succedere anche per quelle situazioni che sono ritenute normali), possiamo parlare della cosa ed esplicitare che vorremmo che non lo facessero più. E normalmente i bambini, dopo un’indicazione diretta dell’adulto, interrompono il comportamento.
  • Sesso

    Strettamente collegato all’argomento gravidanza c’è l’argomento sesso, proprio perché la domanda “ma come ci è entrato il semino del papà nella pancia della mamma?” è dietro l’angolo.

Anche qui la regola generale è seguire l’interesse dei bambini e spiegare le cose in maniera semplice e concisa.

 

Credo che questo sia l’argomento che più mette a disagio e ci crea ansie per eccellenza, ma se riusciamo a mantenere la calma e ritagliarci tempi per prepararci (con la frase: “E’ una domanda molto interessante. Devo pensarci, mi informo e poi ti rispondo nei prossimi giorni.”) è meno impossibile di quello che pensiamo.

Evitiamo le banalità del “quando la mamma e il papà di vogliono tanto bene” o le astrazioni poetiche che tanto sembrano funzionali per toglierci di impiccio. Il fatto che i bambini non tornino sull’argomento, in questi casi, potrebbe essere proprio perché la nostra risposta non li ha soddisfatti (o non l’hanno capita) e stanno valutando se ci sono altre persone a cui chiedere.

 

La risposta concisa e precisa dovrebbe contenere alcune informazioni chiave: a volte quando la mamma e il papà si dimostrano affetto, il pene del papà entra nella vagina della mamma. Il papà e la mamma provano piacere e il pene del papà rilascia gli spermatozoi nella vagina della mamma. Solo gli adulti possono fare l’amore (o sesso).

 

In questo modo il bambino ha tutte le informazioni chiave necessarie per capire cosa succede ed eventualmente fare altre domande per approfondire uno o più aspetti (cosa fanno gli spermatozoi una volta nella vagina, perché solo gli adulti possono fare sesso, etc.).

 

  • Masturbazione

    Uno dei topic forse più invadenti e imbarazzanti per noi adulti.
    Come affrontare l’argomento, soprattutto quando diventa un comportamento abbastanza invadente. Perché l’obiettivo finale è sempre quella sottile linea di “come comunicare il messaggio adeguato alle competenze, che non vada a minare l’autostima, la creazione del sé e sia comunque corretto anche dal punto di vista sociale e dei valori della famiglia specifica”.

 

Sostanzialmente sembra un’impresa impossibile in questo caso.

Ero determinatissima a trovare una risposta, perché il tabù legato all’auto-erotismo è spesso ancorato alla visione del “masturbarsi è peccato” e volevo davvero capire fino a che punto questo si basasse su teorie e analisi con basi scientifiche.

E, se non è un comportamento ossessivo (per cui bisognerebbe contattare uno specialista), il toccarsi e la masturbazione sono comportamenti assolutamente normali.

 

Partiamo dal presupposto che durante l’infanzia non c’è l’intento sessuale che attribuiamo noi adulti a questo comportamento. E che, quindi, spesso è semplicemente un meccanismo di rilassamento e auto regolazione.

L’approccio più puntuale dal punto di vista psicologico emotivo per la crescita di adulti sani con un rapporto adeguato con il proprio corpo e la sessualità, sarebbe quello di esplicitare come “questi comportamenti siano assolutamente normali, ma in privato.”
In sostanza trovare una linea di demarcazione che consenta ai bambini di esprimersi liberamente in questo senso, ma quando sono da soli e in posti come il bagno o la propria camera (e utilizzare lo spunto per aprire anche un confronto su quali siano i posti privati e quali quelli pubblici potrebbe essere una buona idea per allentare un po’ l’imbarazzo per noi adulti e affrontare un argomento comunque importante con i bambini).

 

L’alternativa del divieto assoluto, perché crea imbarazzo in noi adulti, potrebbe far passare il messaggio che il proprio corpo è sbagliato. O che provare piacere stimolandosi a livello finisco sia sbagliato, cosa che potrebbe portare a tutta una serie di insicurezze e problemi anche da adulti.

 

Intorno ai sei anni potrebbe diventare un comportamento che ha come obiettivo il raggiungimento del piacere. È importante che i bambini sappiano che masturbarsi non causa danni né a livello fisico né a livello psicologico e che è una cosa da fare in un posto privato.

Questo a prescindere che poi si esprimano anche i valori personali che possono includere il fatto che masturbarsi sia sbagliato o sia una modalità sana di esplorare il proprio corpo e la propria sessualità.

Avendo affrontato anche abusi, sesso e masturbazione, possiamo passare anche ad alcune domande e situazioni molto specifiche e più comuni di quanto si possa pensare.

Oppure a vedere il video di recap con tutte tutte le info, qui.

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