Dopo anni di lavoro con i bambini, mi sono resa conto di una cosa: noi adulti diciamo tantissimi "no". 😱 E spesso sono detti senza pensarci troppo. 😬
Ci sono i "no" che nascono dalla fretta 😅, quelli che derivano dal non avere tempo o voglia di fermarsi ad ascoltare veramente la richiesta 😰, e altri che arrivano dalla fatica che un "sì" comporterebbe nel trovare una soluzione o un compromesso. 🤕 A volte sono regole necessarie 👍, ma spesso sono solo un modo per evitare di pensare o ragionare su qualcosa che potrebbe metterci a disagio. 😱
Hanno tutti una cosa in comune: sono muri. 🧱 Comunicano uno stop molto netto e forte. E a volte serve. Le regole, i muri, i blocchi, e i limiti contenitivi sono importanti per i bambini!
Ma cerchiamo di trovare modalità comunicative diverse, più accoglienti quando possibile. 🤔 Facciamo sentire i bambini (e gli adulti) ascoltati. Fermiamoci a soppesare veramente la richiesta e il contesto che la circonda.
Anche se alla fine ci sarà un "no", partire con un "Perché vorresti questa cosa?" o un "Ok, fammi pensare un attimo a cosa si può fare…" fa tutta la differenza del mondo! ❤
Immaginate di accorgervi di avere una corda tutta attorno al corpo. 😳 In un primo momento, potreste rimanere stupiti, tipo "Oh. Ma cosa sta succedendo?" 😶
E allora provate a testare un po'. Vi muovete. Cercate di allargare le fessure. Provate a capire quanto agio avete e se riuscite a sciogliervi muovendovi. 🤔
Più passa il tempo, più vi rendete conto che siete bloccati. Magari provate a chiamare qualcuno, ma il senso di claustrofobia, blocco, e impotenza scatta prima. E allora arriva il panico. 😱
Il momento in cui il vostro cervello fa "click" e tentate IN OGNI MODO e CON TUTTE LE VOSTRE FORZE di liberarvi.
Immaginate che proprio in quel momento arrivi qualcuno. Che magari sa anche sciogliere i nodi benissimo, eh. 😏
Ma voi vi state muovendo in maniere talmente frenetiche e talmente senza controllo, che il risultato è che gli tirate una gomitata.
Non l'avete fatto apposta, ma tant'è. La gomitata se l'è presa. E non è nemmeno detto che serva a voi a calmarvi. 😅
⚠️ Ecco. Questo è più o meno quello che succede ai bambini quando provano emozioni forti. 😬
Se riusciamo ad anticipare e ad accorgercene quando stanno ancora testando la corda, possiamo agire in maniera più efficace. E chiedergli di spiegarci per trovare una soluzione insieme, ad esempio. ❤️
Se arriviamo dopo il "click", dobbiamo mettere in conto che sarà prima fondamentale rimanere in ascolto e accoglienti, finché non riprendono la calma. Per POI tornare insieme sul piano razionale. ❤️
La prima situazione che ci viene in mente, credo sia quella in cui i bambini continuano a mettere in atto comportamenti che abbiamo esplicitamente vietato. 😬 Oppure quando dobbiamo ripetere loro 6 volte una cosa prima che la recepiscano. 🤔
Ecco! 😏 A volte ci dimentichiamo che i bambini non hanno ancora completato lo sviluppo del cervello a livello fisico. (Che poi la corteccia si completa del tutto a 25 anni, giusto per dare l'idea 😳)
Eppure a volte ci viene da pensare "non mi ascolta" o "ha capito, ma lo fa apposta". Perché applichiamo un filtro adulto a persone che adulte ancora non sono. E che per quanto si sforzino non sempre hanno le competenze e le capacità per far fronte alle nostre richieste. 🤕
Perché magari la regola è stata detta 10 minuti prima e nel frattempo gli è passato di mente. 😅 Perché magari il cambio di contesto ha fatto sì che non collegassero il comportamento alla regola astratta. 😱 Perché magari la regola non l'avevano proprio capita o perché l'avevano interpretata in modo diverso. 🤔
O magari perché non era stata spiegata la motivazione. 🤯
Le cause potenziali sono davvero tante e l'unica soluzione funzionale sul lungo termine rimane la ripetizione incessante e pacata della regola.
Queste sono due frasi che, a prescindere dallo stampatello maiuscolo, leggo come se fossero urlate. Come quella rabbia che sale e cresce, cresce, cresce, fino a sbottare nel "BASTA!!"
🛑 E allora fermiamoci un attimo. E no, non voglio dire "fermiamoci un attimo prima", perché non sempre si riesce. Perché una volta uscita quella frase diventa inutile pensare "e se avessi detto...", etc. 😅 Ragioniamoci a posteriori e utilizziamo gli "e se..." per la prossima volta.
⚠️ Per ora è successo. Ho sbottato. E di solito appena finito lo sbotto la pressione scende e ci consente di tornare (un minimo) lucidi. 😅
E la lucidità ci fa rendere conto o che stiamo per esplodere di nuovo o che forse sta arrivando il senso di colpa. 😳 E a prescindere, usiamo quegli istanti per verbalizzare una cosa: "sono talmente arrabbiato in questo momento che ho urlato. Sono talmente arrabbiata che ho bisogno di andare un attimo di là a calmarmi."
E qui i punti chiave sono: ⚠️ IO sono arrabbiato. IO sto vivendo quest'emozione. ⚠️ IO ho urlato. IO ho avuto questo comportamento. Qui possiamo aggiungere, se ce la sentiamo, un "non dovevo" o un "non è colpa tua!" ⚠️ IO ho bisogno di staccare.
E qui capiamoci: per i bambini l'interruzione di relazione con l'adulto è dolorosa. Potrebbero pensare di esser loro la causa. Potrebbero pensare che non vanno bene (loro, non il comportamento).
Perché la usiamo allora? ☝ Ci aiuta davvero a tranquillizzarci. 🤞 Applicandola e rendendoci conto che ci facilita, possiamo riuscire sempre di più ad anticipare il momento. Da dopo la sfuriata a prima! 😉 👌 I bambini ci vedono e potrebbero riuscire a mettere in pratica a loro volta questa modalità. 🛑 Se decidono di farlo, è comunque fondamentale che sappiano (sentano?) che se hanno bisogno noi ci siamo. E questa consapevolezza si ottiene con tanta verbalizzazione. Tanti tanti momenti di condivisione e di restauro della relazione interrotta.
Un passettino per volta, un pezzettino per volta diventiamo più consapevoli noi e più competenti loro (e viceversa 😉)