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Albi illustrati e come sceglierli! Tematica

TEMATICA

La caratteristica più complessa e probabilmente anche meno superficiale tra tutte, anche per gli addetti ai lavori.

Si basa sul fatto che il cervello dei bambini (e dei ragazzi e degli adulti) si stia sviluppando e, quindi, a seconda dello stadio di sviluppo sia in grado di ascoltare, recepire, registrare e rielaborare concetti differenti e di complessità differente.
Che, di nuovo, non significa, purtroppo, che se il bambino ci ascolta e gli piace che leggiamo quel determinato libro, ne abbia capito il contenuto e il messaggio di base.

Cerchiamo di metterla così: un libro può essere più o meno lungo, ma se parla di fisica quantistica difficilmente sarà assimilabile da un bambino di 2 anni e mezzo.
Condensare o semplificare un concetto lo rende magari capibile su un primo strato e livello di analisi, ma non rende assimilabile e comprensibile la dinamica che c’è alla base.
Per fare un esempio meno controverso (visto che, purtroppo, esistono dei libri che sostengono di poter spiegare fisica quantistica e argomenti affini ai bambini della prima infanzia): è più o meno accettato da tutti che i bambini possano approcciarsi alla protostoria (cioè trame molto semplici con inizio, svolgimento e fine) dai 18 mesi. Mentre prima non sono in grado di seguire e registrare i vari passaggi logici o cronologici.

Lo stesso principio si applica alle modalità di trattazione delle tematiche: in alcuni casi il bambino segue la storia, ma non riesce a comprendere fino in fondo (e quindi ad apprezzare) alcuni passaggi.
Prendiamo per esempio dov’è la mia mamma?, storia di una piccola scimmietta che cerca la sua mamma e della farfalla Rita che continua a indicare svariati animali, apparentemente a caso. Tutta la vicenda si basa sul fatto che i cuccioli della farfalla (i bruchi) non sono uguali a lei.
Per comprendere la storia, quindi, il bambino ha bisogno di questa conoscenza (che è appresa) e di avere una comprensione dell’altro, inteso come essere a se stante con pensieri, opinioni ed emozioni diverse dalle proprie.

Questo snodo è particolarmente difficile e complesso da accettare, assimilare e verificare poi concretamente, proprio perché il bambino apprezza un determinato libro per svariati motivi. Tra cui l’aspetto emotivo di relazione con chi legge o la presenza di determinati personaggi (se gli piacciono particolarmente le scimmie, magari continuerà a portarci dov’è la mia mamma? anche se non afferra completamente la storia.

Cosa possiamo fare per riuscire a non cascare nel tranello del “rimane fino alla fine = gli piace e ha capito”?

Leggiamo in modo più interattivo. Non nel senso di lettura animata, ma nel senso di creare un’esperienza più interattiva e in cui il bambino sia maggiormente in controllo di quello che sta venendo letto (aspetti su cui soffermarsi, tempistiche, etc)

Scriverò un articolo specifico sulle modalità di lettura più efficaci in questo senso, ma come inizio si può cominciare anche solo semplicemente a fare domande al bambino prima, durante e dopo la lettura. (Che non significa interrogarlo per verificare comprensione e conoscenze!!! Perché se entriamo in quell’ottica, semplicemente lui cercherà di rispondere quello che pensa che noi vogliamo sentire.)
Domande semplici, calibrate sull’età specifica e che non siano a risposta secca “si o no”.
Inizialmente, per abituarsi entrambi, si può cominciare con domande ad alternativa (“secondo te è così o cosà?”) per poi utilizzare domande aperte (“secondo te perché ha fatto così?”)

Non è esattamente completamente collegato come argomento, ma cerchiamo di ricordarci che il giudizio e le schematizzazioni di noi adulti non aiutano i bambini nello sviluppo del pensiero autonomo!

Quindi: facciamo particolare attenzione ai non detti (la farfalla ha come ciclo: bruco, bozzolo, farfalla), ai passaggi di scena non esplicitati da una pagina all’altra (non sempre, per i bambini, è chiaro che c’è stato un salto temporale o spaziale se non viene spiegato) e all’ironia e al sarcasmo!
Dove possibile spieghiamo TUTTO quello che avviene dentro la scena rappresentato e fuori dalla scena tra una frase e l’altra o tra una pagina e l’altra!

In linea generale più il bambino è piccolo più sarà facile per lui seguire, comprendere e apprezzare libri che affrontano argomenti e momenti di vita pratica.
Quindi storie che parlano di momenti e situazioni a lui famigliari e che, potenzialmente, vive quotidianamente. Per lo stesso principio più è piccolo più sarà facilitato ad immedesimarsi in protagonisti che sono simili a lui (bambini, non animali antropomorfizzati o adulti).

Attenzione, però, a non prendere e proporre il libro come pillola risolutiva di problematiche o situazioni difficili!!!
Proporre e mettere a disposizione del bambino libri che trattano una situazione che sta avendo difficoltà ad affrontare o che causa particolare frustrazione (togliere il pannolino, smettere di usare il ciuccio, l’arrivo del fratellino, il cambio di scuola, il dormire da soli, il trasloco, il distacco, e potrei andare avanti all’infinito) rischia di accentuare la difficoltà.
Può diventare uno strumento utile ed efficace per il bambino per esprimere e gestire le emozioni in maniera controllata (ho paura del pediatra, rileggo il libro tot volte, finché non ho preso familiarità con la situazione in un contesto protetto e in cui mi sentivo in controllo). Ma questo tipo di proposta deve essere accompagnata da un adulto attento e consapevole.
Attento in primis alla reazione del bambino: potrebbe essere che la proposta della storia che tratta una tematica che causa ansia, generi ancora più ansia (ricordarmi che arriverà il fratellino anche in un momento in cui mi rilasso con la mamma o il papà, può accentuare ancora di più la mia “non voglia che arrivi il fratellino”). E consapevole che il libro è un ponte che deve essere affiancato dall’adulto. Adulto che ha il compito di cogliere le frustrazioni o difficoltà, accogliere le emozioni e accompagnare il bambino in questa fase di elaborazione, sostenendolo con empatia e verbalizzazione.

Libro “pillola” sì, ma come proposta a disposizione che sarà il bambino stesso a decidere se, come e quanto utilizzare e, necessariamente, accompagnato dall’integrazione emotiva e verbale della relazione con l’adulto.

Sempre legato alla tematica, intesa come “argomento”, troviamo i libri-gioco.
Sono quegli albi, illustrati o no, che sono più interattivi e quindi prevedono un coinvolgimento maggiore da parte del lettore. I più usati solitamente sono quelli di Hervé Tullet (come un libroun gioco, etc) o anche arriva il lupo e non svegliare la tigre.
Questi testi servono o per avere un momento di svago e divertimento alternativo durante il momento lettura, o proprio per avvicinare i bambini più restii e con meno voglia e span di attenzione ai libri.

Dopo aver affrontato le premesse e il topic di formato e lunghezza e la tematica, possiamo passare alle illustrazioni e testi.

Oppure vedere il video comprensivo completo qui o una serie di esempi di analisi (registrazione delle dirette fatte nei mesi su instagram) qui.

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